La più tradizionale forma di collaborazione tra influencer e aziende è senza dubbio lo scambio di prodotti: le aziende inviano gratuitamente a quelli che individuano come trend setter di settore o early adopter all’interno di una determinata nicchia di consumatori nuovi prodotti in fase di lancio e campioni omaggio oppure li invitano a provare altrettanto gratuitamente i loro servizi perché li presentino, ne parlino e li raccontino alle proprie community, procurando agli stessi una buona visibilità o contribuendo ad aumentare la brand awareness a seconda di quali siano gli obiettivi specifici della campagna.
Non c’è in questo caso un guadagno economico effettivo per l’influencer, non diverso almeno dal valore del prodotto o del servizio ricevuto gratuitamente: può, però, guadagnarne a propria volta in visibilità e in numero di nuovi follower seguaci se l’azienda decide di ripostare i Reels dell’unboxing sui propri canali social o di pubblicare la videorecensione di YouTube anche sul proprio ecommerce per esempio.
A volte, insieme al prodotto omaggio, l’azienda fornisce all’influencer coupon e codici sconto da condividere con la propria community: avviene di frequente quando l’obiettivo della campagna è aumentare il traffico verso un nuovo eCommerce o incrementare le vendite sullo stesso. In questo caso l’influencer guadagna anche una percentuale sui singoli acquisti effettuati dai propri fan grazie all’ affiliate marketing : ci sono piattaforme ad hoc che permettono, infatti, alle aziende di ricostruire da dove provengono gli acquisti tramite dei referral link.
In qualche occasione, ancora, l’influencer può ricevere in omaggio dalle aziende prodotti e campioni con l’obbligo che li metta in palio durante contest e giveaway. Questi servono alle aziende soprattutto per farsi conoscere o far conoscere il proprio catalogo di prodotti o servizi oppure nel tentativo di creare “affezione” da parte dei consumatori e provare a trasformarsi in love brand , soprattutto quando queste aziende sono le prime arrivate all’interno di un determinato settore o di una sua nicchia (si pensi per esempio alla pelletteria vegan). Anche in questo caso quello che ne ha direttamente in cambio l’influencer è un incremento di visibilità o nel numero di nuovi follower e seguaci, soprattutto quando per partecipare al concorso è previsto di cominciare a seguirlo sui social, di ripostarne i contenuti o menzionarlo nei propri.
Contenuti originali che parlino dell’azienda, descrivano un suo prodotto o servizio o lo mostrino visivamente o nominino il brand sono strade altrettanto tradizionali. Su impulso di alcune authority di settore si è giunti relativamente di recente all’obbligo per gli influencer di segnalare i contenuti frutto di collaborazione commerciale e di farlo in maniera visivamente evidente o tramite l’uso di appositi hashtag : ciò ha inevitabilmente aperto la discussione su quanto ne possa soffrire la credibilità degli influencer presso le proprie community e sull’efficacia delle campagne di influencer marketing, ma i risultati sono più incoraggianti di quanto si immagini.