In effetti non è così semplice. Uno dei fattori più importanti per fare questo lavoro è la creatività contenutistica e l’unico modo per saggiare la creatività dei contenuti è valutare il coinvolgimento ottenuto dalla gestione di altre pagine fan.
Un bravo SMM dovrebbe innanzitutto analizzare il profilo da cui parte, la reazione degli utenti e le conversioni ottenute, conoscere l’azienda o il professionista e il modo in cui lavora con i suoi punti di forza e non.
Dovrebbe soprattutto conoscere l’obbiettivo del suo cliente che non è sempre quello di vendere di più e subito! Può essere anche la diffusione del brand o dare un supporto alla customer care.
Fatto questo, il SMM dovrebbe presentare e far approvare un piano redazionale al cliente per conoscere fino a che punto si potrà spingere. Ad esempio nel caso di un hotel si fa per stabilire le date di pubblicazione delle offerte o in che modo verranno gestite le recensioni.
Fare questo tipo di lavoro una sola volta a settimana con un post, non serve a nulla, facendolo invece tutti i giorni e più volte al giorno si rischia di perde per strada qualcuno.
La gestione va svolta in simbiosi con l’ecosistema aziendale mantenendo in costante aggiornamento il cliente/referente su tutto ciò che verrà pubblicato.
Per finire, non potrà mancare un report su quanto fatto e sui risultati raggiunti per aggiustare il tiro se serve. Le campagne a pagamento su Facebook cioè le “Facebook Ads”, non dovrebbero essere proposte per una fanpage agonizzante, con pochi post, senza interazioni e con 100/300 mi piace. Una pagina così andrebbe rianimata prima con un bel defibrillatore, che in parole povere significa almeno 2/3 mesi di gestione social per ottenere buone conversioni dalle campagne.
L’errore più comune? In questo caso è anche il più grave.
Mollare, una volta raggiunti i primi risultati credendo ormai di campare di rendita!