digital marketing, social media

Pinterest quotato in borsa: il social registra 250 milioni di utenti

Pinterest quotato in borsa è forse la vera sorpresa di questo mese. Il social network delle immagini realizzato da Ben Silbermann (ex manager del reparto advertising di Google) ha sorpreso le aspettative degli investitori e dell’intero mondo social con una quotazione di lancio sul mercato azionario di 16 miliardi di dollari.
Il motivo? Un clamoroso risultato in numeri di accesso su base mensile a marzo: 250 milioni di utenti attivi al mese, in aumento del 75% rispetto all’anno precedente con ricavi pubblicitari schizzati ad oltre 700 milioni di dollari.

Pinterest è sempre stato considerato, soprattutto in Italia, il “fratellino più piccolo” della famiglia dei social network. “Pochi” utenti affezionati, molto targetizzati e con intenti di ricerca altamente specifici, soprattutto orientati al mondo del design e della moda. Un social network destinato a mercati specializzati e per anni utilizzato più che altro come piattaforma secondaria nelle campagne di social media marketing.

Il motivo di questa reticenza iniziale da parte degli utenti è stata principalmente la scarsa comprensione del pubblico e delle aziende sull’utilità di eseguire la registrazione ad un social network molto simile a Instagram e che ad una primo log-in non portava nulla di nuovo per l’esperienza di acquisto del cliente. Se non appunto un semplice canale di traffico in più, però come già detto molto limitato.

Nel corso degli anni, il social network ha evoluto il suo design e apportato numerose modifiche al comparto tecnico. Il suo algoritmo di presentazione dei contenuti nel feed di ricerca è stato programmato per rendere un contenuto il più visibile possibile. A differenza di Instagram, ad esempio, la pubblicazione di un Pin (così sono chiamati i post della piattaforma) ha una longevità organica che può raggiungere archi temporali molto elevati, addirittura anche di mesi se la percentuale di coinvolgimento è molto elevata.

Come ogni piattaforma social che si rispetti, Pinterest ha proposto alle aziende una versione professionale chiamata appunto Pinterest Business e al contempo integrato un sistema di advertising proprietario con una serie di strumenti di marketing e di analisi dati, sicuramente ancora migliorabili e non paragonabili a quelli di Google o Facebook, ma che comunque soddisfano le principali metriche utili per aziende con piani marketing basilari.

Infine, il successo e il motivo che hanno spinto gli analisti a portare Pinterest quotato in borsa è stato sicuramente un cambio di paradigma mentale sull’utilizzo dei social network come modello di crescita del proprio business. Al momento della sua nascita, nel 2010, i social network completamente B2B (cioè interamente dedicati alle aziende) non erano interessanti per gli utenti che eseguivano il login sulle piattaforme più che altro per svago o per rimanere in contatto con persone che conoscevano. Linkedin, giusto per citare un social network di questo tipo, ebbe successo perché riuscì ad unire la componente aziendale con quella legata alla sfera personale dell’utente. Cosa che non fece Pinterest: il social network di Ben Silbermann era un “semplice” catalogo online con prodotti che potevano essere salvati e poi rivisti in un secondo momento per accedere ad un e-commerce e completare un acquisto online/offline.

Il cambio di mentalità dell’utente medio ha portato nel corso degli ultimi due anni un numero crescente di persone in tutto il mondo ad interessarsi sempre di più a piattaforme che presentassero prodotti di aziende in contesti professionali. Da qui, la rapida crescita in pochi mesi.

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