Sui social, il 3,1% delle storie nelle notizie relative alla fiducia per il brand riguardava le notizie false e la disinformazione. Le menzioni delle notizie false sono scese dal 10,2% nel 1° semestre del 2019, in rapporto al 2° semestre del 2018.
I social media hanno sofferto un problema di fiducia negli ultimi anni, a causa di due questioni principali: la privacy dei dati e la disinformazione. Nel 2020, i canali dei social si adatteranno per affrontare queste questioni e ricostruire la loro fiducia nei brand.
La privacy dei dati non è un nuovo trend. È solo una problematica di lungo tempo, il diritto alla privacy, sotto una nuova veste. Il trend è che ora la privacy dei dati è una storia che genera altre storie.
La privacy infatti è sempre stata un problema. Il furto d’identità e il diritto alla privacy esistevano da molto prima di Internet. E con il mondo sempre più digitale, la privacy ha seguito lo stesso destino.
Nei primi sei mesi del 2019, il 39% delle menzioni sulla privacy dei dati proveniva dalle notizie, dalle trasmissioni televisive e radiofoniche e dai blog. Un aumento significativo in confronto ai 6 mesi precedenti.
Anche se stanno calando, le notizie false restano un problema. Confrontando il secondo semestre del 2018 con il primo semestre del 2019, le menzioni sulle notizie false sono scese del 10,2%. I miglioramenti implementati da brand e piattaforme social hanno aiutato, ma c’è ancora del lavoro da fare.
Nel 2020, il grande trend sarà rappresentato dal duro lavoro di brand e piattaforme per contrattaccare la perdita di fiducia percepita sui social media.
Le menzioni relative a social media e regolamentazione sono aumentate del 39% da gennaio a giugno 2019. Persino Facebook ritiene che dovrebbe esserci un regolamento governativo per aiutare a gestire i social media.
Questa regolamentazione sta già aiutando. In Europa, il 31% delle persone tra i 15 e i 24 anni si fida dei social media, in rapporto al 19% in tutte le fasce d’età. La fiducia della generazione che conta di più, quella dei prossimi compratori, sta crescendo.
Per i brand questo significherà bilanciare una linea sottile tra la privacy dei dati e la personalizzazione (oltre a un’ascesa di questi fattori in futuro). Il paradosso della privacy mostra che, quando si tratta di privacy, i consumatori si fidano meno dei brand, ma sono ancora più propensi a fornire dati alle aziende per ottenere dei servizi più personalizzati.